Le reti di sensori considerate sono costituite da
una stazione base ed un insieme di sensori
wireless distribuiti casualmente e densamente in uno spazio piano.
I sensori sono sprovvisti di GPS, sono anonimi,
e non sono manutenibili. Hanno energia limitata non rinnovabile
e possono transire fra stato attivo (sveglia) e passivo (sonno).
Essi possono comunicare fra loro solo entro un raggio limitato.
La stazione base ha energia illimitata,
è provvista di un'antenna isotropica il cui raggio
massimo di trasmissione
delimita l'area controllata dalla stazione stessa.
La stazione base può variare il raggio
di trasmissione e raggiungere in un solo hop
tutti i sensori attivi la cui distanza dalla
stazione base sia minore o uguale al raggio
della trasmissione corrente. In questo modello,
un sensore si dice localizzato quando
conosce la propria posizione nel piano rispetto ad un sistema
di coordinate polari,
con origine nella stazione base,
che divide l'area controllata
in settori equiangolari e corone concentriche.
In [A1, C3] si forniscono due
protocolli sincroni per l'apprendimento della corona concentrica
a cui appartiene il sensore. I protocolli
proposti consistono di una fase
centralizzata, gestita completamente dalla stazione base,
seguita da una fase distribuita.
Le computazioni di entrambi i protocolli possono essere viste
come particolari visite di alberi. Nel primo protocollo
si tratta di un albero binario, nel secondo di un albero
-ario.
Le prestazioni dei protocolli sono misurate in termini
del tempo complessivo richiesto per completare
per tutti i sensori l'apprendimento della posizione
e in termini dell'energia spesa da ciascun sensore durante l'apprendimento.
Entrambi i protocolli migliorano le prestazioni di un algoritmo
per la localizzazione nello stesso modello,
precedentemente presentato in letteratura.
In particolare, il secondo protocollo può
richiedere un numero costante (e quindi ottimo)
di transizioni fra lo stato attivo e passivo del sensore,
senza peggiorare il tempo totale necessario affinchè
tutti i sensori apprendano la loro posizione.
In [C1, C2],
si propongono, per lo stesso modello di
reti di sensori, protocolli asincroni per la
localizzazione. Tali protocolli sono asincroni nel senso
che ciascun sensore diventa attivo `at random'
e per tutta la durata del
protocollo alterna periodi di sveglia a periodi di
sonno di prefissata lunghezza,
senza nessuna esplicita sincronizzazione con la stazione base.
Durante l'algoritmo di apprendimento,
la stazione base ciclicamente trasmette
con raggio di trasmissione decrescente, iniziando il ciclo con il raggio
della corona più esterna e terminando con quello della corona più
interna.
Precisamente, ad ogni trasmissione, la stazione trasmette
l'identificatore della corona concentrica il
cui raggio coincide con il raggio della trasmissione corrente.
Il processo è
ripetuto fino a che tutti i sensori non abbiano appreso.
Le prestazioni in tempo ed energia
dei protocolli asincroni sono state valutate sia
analiticamente che sperimentalmente. Dato il
comportamento ciclico sia dei sensori che della stazione
base, i risultati
analitici della complessità nel caso pessimo sono
ottenuti sfruttando proprietà dell'aritmetica modulare.
Infine, è studiata la
complessità nel caso medio dei
protocolli. Tale analisi
è inclusa nella versione completa dei risultati
sui protocolli asincroni per reti di sensori
correntemente sottomessa a rivista
[T3].
cristina pinotti
2007-12-19